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Data aggiornamento: 2011/01/15
Domanda concisa
Perché il termine “al-qurba”, nel versetto ventitré della sura Shura (42), viene interpretato come Ahl al-Bayt (A)?
Domanda
Perché il termine “al-qurba”, nel versetto ventitré della sura Shura (42), viene interpretato come Ahl al-Bayt (A)?
Risposta concisa

In ogni frase, se il senso inteso da colui che l’ha espressa o quello di una parola non fosse comprensibile, bisogna cercare i dati che lo chiariscano. Riguardo al versetto citato nella domanda, “Di’: «Non vi chiedo alcuna ricompensa, oltre all'amore per al-qurba»”(42:23), esistono elementi che ci aiutano a capire quale fosse il vero senso inteso da Iddio con il termine al-qurba:

1.     Secondo gli etimologi, al-qurba significa vicinanza e parentela di sangue, e nel Corano è utilizzato con questa accezione. Tuttavia negli altri versetti è accompagnato da termini quali zi, zawi e uli (tutti col significato di “possessori”), quindi zu al-qurba sono i parenti, ed è per tale motivo che i ricercatori hanno considerato sottointeso il vocabolo ahl o zawi. Non può pertanto essere accettato un significato quale “vicinanza a Dio” o altro.

2.     Alcuni elementi ci dicono che per parenti s’intendono i parenti del Profeta (S), di conseguenza il versetto non enuncia che per ogni musulmano è necessario amare i propri parenti come ricompensa al Profeta (S) per la sua profezia.

3.     Dalla presenza del verbo “Non vi chiedo”, si può dedurre che per parenti s’intendono i parenti di colui che chiede, come nei versetti 9:113 e 59:7.

4.     Riflettendo sui versetti riguardo alla ricompensa per la Profezia, deduciamo che per al-qurba s’intende l’Ahl al-Bayt del Profeta (S). Infatti il Corano, da un lato, nega che il Profeta (S) e gli altri Profeti (A) richiedano una ricompensa per la Profezia e, da un altro, riguardo al Messaggero dell’Islam afferma che non vuole dalla gente alcuna ricompensa se non l’amore verso i suoi parenti. In un altro versetto, dice di accettare il suo invito e di incamminarsi sul sentiero divino, e in un altro ancora che tale ricompensa è solo a beneficio della gente stessa e la sua (del Profeta) ricompensa sarà data da Dio. Accostando questi versetti si può concludere che: zu al-qurba sono il sentiero di Dio, seguire questa via beneficia la gente e seguirli significa accettare l’invito di Dio. Infine dagli hadìth validi deduciamo che gli unici a possedere queste caratteristiche sono i membri dell’Ahl al-Bayt del Profeta (A).

5.     Esistono molti hadìth del Profeta (S) che spiegano questo versetto; in essi egli afferma che per al-qurba s’intende la sua Ahl al-Bayt.

Risposta dettagliata

Per ogni parola e frase, se non fosse comprensibile il senso inteso da chi l’ha espressa, bisogna cercare i dati che lo chiariscano. Riguardo al versetto citato nella domanda[1], esistono elementi[2] che ci aiutano a capire quale fosse il vero senso inteso da Iddio con il termine al-qurba:

1.     Secondo gli etimologi, al-qurba significa vicinanza e parentela di sangue[3], e nel Corano è utilizzato per gli individui vicini, specialmente parenti, perciò a volte è accompagnato da termini quali zi[4], zawi[5] e uli[6] (tutti col significato di “possessori”), e solo in un caso non è accompagnato da nessuno di essi, ed è appunto il versetto menzionato nella domanda “… oltre all'amore per al-qurba”. È quindi necessario considerare sottointeso che al-qurba sia preceduto da un vocabolo come ahl[7], zi, zawi. Il significato di “amore per gli al-qurba” è quindi l’amore per i parenti del Profeta (S) che sono l’Ahl al-Bayt (A).

Detto questo, non sarà corretta l’interpretazione di coloro che ritengono che al-qurba significhi “vicinanza a Dio”[8];[9] infatti in base a questa interpretazione al-qurba significherebbe “ciò che avvicina” e non “vicinanza” che è contrario a ciò che sostengono gli etimologi. Inoltre questo significato renderebbe ambiguo il versetto e i suoi interlocutori non potrebbero essere i miscredenti, che non negavano la vicinanza a Iddio e consideravano l’idolatria un modo per avvicinarsi a Lui[10].

È possibile che si obietti che al-qurba è un infinito e debba quindi essere tradotto con “vicinanza” o “parentela” (in arabo l’infinito può essere tradotto così) e non “parente”, e la congiunzione fi, che precede la definizione, abbia un significato di causalità; in questo caso si possono dedurre tre ipotesi inerenti al messaggio del versetto:

a.     Esso si rivolge ai Quraysh e raccomanda loro che se non vogliono prestare fede al Profeta (S), almeno, in nome del loro legame di parentela, gli vogliano bene e non lo infastidiscano.

b.    Esso si rivolge agli Ansar (i medinesi seguaci del Profeta -S-) e raccomanda loro di amare il Profeta (S) in nome del loro rapporto di parentela[11].

c.     Esso si rivolge ai Quraysh, però l’affetto è quello del Profeta (S), cioè egli dice ai Quraysh di non volere nessuna ricompensa per la sua Profezia e che vuole loro bene perché sono suoi parenti, rispetto ai quali non può essere indifferente e si sente responsabile di guidarli, senza pretendere però alcuna ricompensa.

Queste tre ipotesi anche se inizialmente possono sembrare razionali e belle, riflettendo si può comprendere che sono errate. Infatti se il versetto si rivolge ai Quraysh miscredenti, essi non hanno preso niente dal Profeta (S) da doverne pagare la ricompensa. Se si rivolge ai Quraysh convertiti, è difficile immaginare un odio (nei confronti del Profeta) che viene chiesto loro di abbandonare in qualità di ricompensa per la Profezia, perciò la prima ipotesi è scartata.

Anche riguardo agli Ansar, il loro amore per il Profeta (S) era ovvio a tutti, quindi non ha senso che il Profeta (S) desideri da loro che gli vogliano bene per un lontano rapporto di parentela; inoltre gli arabi non davano nemmeno molta importanza ai parenti materni[12] ed è l’Islam che presta attenzione a questo genere di legami tra consanguinei. Perciò anche la seconda ipotesi non è razionale.

Rispetto alla terza ci si può chiedere: non è in contrasto con l’atteggiamento del Profeta (S) e con i versetti coranici? Il Corano non ha forse più volte ricordato al Profeta (S) che il suo unico dovere è quello di invitare la gente e che la guida è nelle mani di Iddio, inoltre egli non deve rattristarsi a causa dei miscredenti; come si può credere che il Profeta (S) in nome del rapporto di parentela, guidi alcuni e per odio nei confronti di altri, non li guidi?[13]

2.     Ora che è stato chiarito il significato di al-qurba nel versetto preso in esame, è necessario chiedersi a quali parenti faccia riferimento. La risposta è che il versetto si riferisce all’Ahl al-Bayt (A), poiché:

                     i.        Colui cui la frase viene attribuita costituisce un elemento per attribuirgli anche il rapporto di parentela. Per esempio nel versetto: “Non è bene che il Profeta e i credenti chiedano il perdono per i politeisti - fossero anche loro parenti”[14], il fatto che vengano citati il Profeta (S) e i credenti dimostra che per “parenti” s’intendono i loro parenti. Oppure nel versetto: “Il bottino che Allah concesse al Suo Inviato, sugli abitanti delle città, appartiene ad Allah e al Suo Inviato, ai [suoi] famigliari, agli orfani”[15], si comprende che per “famigliari” s’intendono quelli del Profeta (S). Allo stesso modo in questo versetto si capisce che si fa riferimento ai parenti di colui che dice “Non vi chiedo”, cioè il Profeta (S)[16].

Di conseguenza nel versetto stesso troviamo un indizio da cui si può dedurre che la parola al-qurba fa riferimento all’Ahl al-Bayt (A) del Profeta (S) e non si può quindi ipotizzare che esso chieda a ogni musulmano di amare i propri parenti come ricompensa della Profezia[17].

                    ii.        I versetti che citano la ricompensa per la Profezia riportano i seguenti concetti:

a.     Negano la richiesta di ricompensa da parte dei Profeti (A)[18] e del nobile Messaggero dell’Islam (S)[19].

b.    Riguardo al nobile Profeta (S): egli non vuole alcuna ricompensa se non l’amore per i suoi parenti.

c.     Inoltre: la sua ricompensa è rappresentata da coloro che accettano volontariamente il suo invito[20].

d.    In un altro versetto: la ricompensa voluta dalla gente è solo a loro vantaggio e la vera ricompensa il Profeta (S) la otterrà da Iddio[21].

Accostando questi versetti si può concludere che il Profeta dell’Islam (S), come tutti gli altri Profeti (A), non ha chiesto nessuna ricompensa per se stesso, ma amare i suoi parenti (l’Ahl al-Bayt) è la via verso Iddio e seguire questa via è a beneficio della gente. Infatti l’amore per loro è una porta per accedere alla questione dell’imamato, la successione del Profeta (S) e la guida della gente, e amarli significa accettare l’invito di Dio[22].

D’altra parte il termine “ricompensa”, può riferirsi sia a quella terrena che a quella ultraterrena, però la prima è negata da questi versetti, poiché in essi il Profeta (S) dice di non voler alcun compenso dalla gente, e ciò indica una ricompensa terrena; inoltre la vita stessa del Profeta (S) è una testimonianza a favore di questa tesi[23]. Per di più che la vera ricompensa è quella che è a beneficio del ricompensato, quando invece l’amore per i zu al-qurba è a favore di colui che ama e non del Profeta (S), poiché con questo amore l’individuo è spinto a seguire l’esempio degli amati nella sua vita e a liberarsi dalle trame di Satana[24].

Quindi il Profeta (S) non ha voluto una ricompensa terrena dalla gente e se ha chiesto loro di amare i zu al-qurba, questa non è una vera e propria ricompensa, poiché essi stessi ne beneficiano, come dice il Corano.

Ora bisogna chiedersi amare e seguire chi, è a beneficio della gente? Amare chi, vuol dire accettare l’invito del nobile Profeta (S)?

Amare coloro che sono essi stessi immersi nell’ignoranza e nella deviazione, può salvare gli altri? Un cieco può forse guidare altri non vedenti alla propria meta?

La guida divina della gente è una ricompensa della Profezia e certamente è un beneficio per gli individui stessi, inoltre si realizza per mezzo di coloro che sono come il Profeta stesso (S)[25], la luce guida[26], l’arca della salvezza[27], la porta della sapienza[28], la via verso la Verità[29], ecc.; costoro sono forse altri che l’Ahl al-Bayt del Profeta (A)?

                   iii.        Numerosi hadìth tramandati da sciiti e sunniti spiegano il significato di al-qurba, ne citiamo alcuni:

a.     Hakim Haskani riguardo a questo versetto cita alcuni hadìth che chiariscono a chi si riferisca la parola al-qurba[30], per esempio Ibn Abbas disse: “Quando questo versetto fu rivelato, i compagni del Profeta (S) gli chiesero chi Iddio ordina loro di amare, egli rispose: ‘Alì, Fatima e i loro figli (A)’”.

b.    Suyuti in merito a questo versetto riporta un hadìth in cui il Profeta (S) disse: “Il significato del versetto è rispettare ciò che è mio diritto nella mia Ahl al-Bayt (A)”[31].

c.     Ahmad ibn Hanbal nel “Fadha'il al-Sahabah” e Qurtabi nella sua esegesi di questo versetto cita un hadìth in cui il Profeta (S) dice che il versetto fa riferimento ad Alì, Fatima e i loro due figli (A)[32].

d.    Anche Zamakhshari[33] e Fakhr Razi[34] rapportandosi ad alcuni hadìth del Profeta (S), sostengono che il versetto riguardi Alì, Fatima e i loro figli (A).

A proposito di questa interpretazione del versetto secondo la quale per l’amore verso al-qurba s’intende l’amore per l’Ahl al-Bayt (A), sono state avanzate alcune obiezioni, tra cui il fatto che il versetto fa parte di una sura rivelata alla Mecca, quando non esistevano ancora Fatima e i suoi due figli (A) da poter considerare l’amore verso di loro una ricompensa per la Profezia.

La risposta è che prima di tutto, molti esegeti sostengono che alcuni versetti di questa sura (tra cui quello sopraccitato) siano medinesi e non meccani. In secondo luogo, molti hadìth riportano che questo versetto fu rivelato a Medina. Infine, non è detto che essendo stato rivelato alla Mecca, voglia necessariamente dire che ciò sia avvenuto prima dell’emigrazione del Profeta (S) a Medina, infatti potrebbe essere stato rivelato durante l’ultimo hajj che egli compì prima di morire (quando Fatima e i suoi due figli erano già nati)[35].

Ribattere alle altre obiezioni richiederebbe un’altra discussione.

Qua ci limitiamo a quanto riportato; per approfondire si possono consultare le seguenti fonti:

1.     Suyuti, Ihya' al-Mayyit bi-fadha'il Ahl al-Bayt (A), pag. 8.

2.     Ibn Hajar, Al-Sawa'iq al-Muhriqah, pag. 101.

3.     Allamah Tabatabai, Al-Mizan, vol. 18, pp. 51-53.

4.     Ahl al-Bayt maqamuhum, minhajuhum, masaruhum, pp. 14-19.

5.     Makarem Shirazi, Payam-e Qor'an, vol. 9, pp. 225-237.

6.     Tafsir Qurtabi, vol. 8, pp. 43-58, vol. 16, pp. 21-21.

7.     Tafsir-e Nemune, vol. 8, pag. 174; vol. 11, pag. 369 e vol. 12, pag. 95.

8.     Tabari, Jami' al-Bayan, vol. 25, pag. 16.

9.     Hakim, Mustadrak al-Sahihayn, vol. 3, pag. 173.

10.  Hafez Abuna'im Esfahani, Hilyat al-Awlya', vol. 3, pag. 201.

11.  Muhibb al-Din al-Tabari, Zakha'ir al-Uqba, pag. 138.

12.  Ruh al-Ma'ani, vol. 25, pag. 32.

13.  Kanz al-'Ummal, vol. 1, pag. 118.

14.  Majma' al-Bayan, vol. 9, pp. 28,29 e 50, voll. 7 e 8, inizio della sura al-Mu'min, pag. 512.

15.  Majma' al-Zawa'id, vol. 9, pag. 168.



[1] “Di’: «Non vi chiedo alcuna ricompensa, oltre all'amore per al-qurba»”, sacro Corano 42:23.

[2] Gli elementi sono di due tipi: quelli presenti nella frase stessa oppure quelli presenti al di fuori di essa a cui però la frase fa riferimento.

[3] Maqayis al-lughah al riguardo riporta: “[Se dici:] ‘Il tale possiede qarabah nei miei confronti’ significa che è un tuo parente di sangue”, e in seguito sostiene che al-qurba e al-qarabah hanno lo stesso significato. Lisan al-'arab riporta che qarabah e qurba significano parentela di sangue e un’altra fonte sostiene che qurba è detto della parentela di sangue e qurbah della vicinanza spirituale e in origine sono la stessa cosa” (Aqrab al-Mawarid, vol. 2, pag. 978).

[4] “… vi comporterete bene con i genitori, i parenti, gli orfani e i poveri …”, sacro Corano 2:83.

[5] “… nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri …”, sacro Corano 2:177.

[6] “Non è bene che il Profeta e i credenti chiedano il perdono per i politeisti fossero anche loro parenti …”, sacro Corano 9:113.

[7] Zamakhshari a tal proposito sostiene: “Al-qurba è un infinito come al-zulfa e al-bushra (cioè grammaticalmente è costruito allo stesso modo), col significato di al-qarabah e nel versetto s’intendono gli ahl al-qurba (coloro che possiedono parentela). Al-Kashshaf, vol. 3, pag. 81 riguardo al versetto 42:23.

[8] In altre parole il versetto inviterebbe ad amare ciò che avvicina l’essere umano a Iddio.

[9] Questa tesi pone ulteriori problemi discussi in altre fonti, per esempio il fatto che si parli di “amore”, non ha molto a che fare con il significato citato, infatti ciò che avvicina a Iddio è seguire le sue indicazioni come pregare, ecc., e non amarle; inoltre, c’era forse qualcuno al tempo del Profeta (S) che non amasse queste azioni da rivelare un versetto al suo riguardo? … (Cfr.: al-Mizan, vol. 18, pp. 45 e 46; Makarem Shirazi, Tafsir-e Mozu'i-e Payam-e Qor'an, vol. 9, pp. 225-237).

[10] Cfr.: Allamah Tabatabi Mohammad Hosseyn, al-Mizan, vol. 18, pp. 45 e 46.

[11] Il Profeta (S) era loro parente da parte materna e rispetto a Salma bint Zayd al-Najjariyyah.

[12] Per esempio gli arabi dicevano: “Sono nostri figli, i figli dei nostri figli, mentre i figli delle nostre figlie sono figli di sconosciuti”.

[13] Cfr.: al-Mizan, vol. 18, pp. 43-45; Tafsir-e Mozu'y-e Payam-e Qor'an, vol. 9, pp. 225-237.

[14] Sacro Corano 9:113.

[15] Sacro Corano 59:7.

[16] Cfr.: Ja'far Sobhani, Mafahim-e Qor'an, vol. 10, pp. 268 e 269.

[17] Questa ipotesi non solo non è confermata dal versetto ma non è nemmeno appropriata quale ricompensa, infatti tutti i Quraysh (se il versetto si rivolge a loro) o tutti gli esseri umani (se esso si rivolge a tutti loro), hanno parenti credenti da poter amare, per così ricompensare il Profeta (S) della sua Profezia?

Cfr.: al-Mizan, vol. 18, pag. 45; Payam-e Qor'an, vol. 10, pp.225-237.

[18] Sacro Corano 11:29 e 51; 26:109, 127, 145, 164 e 180.

[19] Sacro Corano 6:90.

[20] “Di': «Non vi chiedo ricompensa alcuna, ma solo che, chi lo voglia, segua la via [che conduce] al suo Signore»”, sacro Corano 25:57.

[21] “Di': «Non vi chiedo nessuna ricompensa. Essa vi appartiene. La mia ricompensa spetta ad Allah. Egli è il Testimone di tutte le cose»”, sacro Corano 34:47.

[22] Cfr.: al-Mizan, vol. 18, pp. 42-49; Mafahim al-Qur'an, vol. 10, pp. 261-274; Payam-e Qor'an, pp. 225-237.

[23] Al-Sirat al-Nabawiyyah, vol. 1, pp. 293 e 294; Shaykh al-Mufid in merito a ciò sostiene che le azioni devono essere compiute per Iddio e con pura intenzione, e ciò che viene compiuto per Dio, sarà ricompensato da Lui e non da altri; il Profeta (S) ha sempre seguito questo principio durante tutta la sua vita (Tashih al-I'tiqad, pag. 68).

[24] L’imam Sadiq (A) in un hadìth dice: “Non ama Iddio, il Magnificente, colui che Gli disobbedisce”, quindi recitò una poesia con questo significato: l’amore è per l’obbedienza, l’obbedienza per la guida, e questo significa accettare l’invito di Iddio, così come citato nel versetto 25:57.

[25] Nel versetto della Mubahalah l’imam Alì (A) viene considerato come il Profeta (S) stesso.

[26] “In verità Husayn (A) è la luce guida e l’arca della salvezza”, Safinat al-Bihar, vol. 1, pag. 387.

[27] Il Profeta (S) disse: “La mia Ahl al-Bayt sono per voi come l’arca di Noè, chi vi sale, sarà salvato”, Kanz al-'Ummal, vol. 6, pag. 216. Cfr.: Ahl al-Bayt maqamuhum, minhajuhum, masaruhum, pp. 44-46.

[28] Il Profeta (S) disse: “Io sono la città della sapienza e Alì (A) è la sua porta”.

[29] Nella dua Nudbah si recita: “Ed essi sono la via verso di Te e il sentiero verso il Tuo compiacimento”.

[30] Shawahid al-Tanzil, vol. 2, pp. 130-135 e 141.

[31] Al-Dur al-Manthur, vol. 6, pag. 7.

[32] Ihqaq al-Haqq, vol. 3, pag. 2; Ghayat al-Maram, esegesi del versetto in questione.

[33] Tafsir Kashaf, vol. 4, pp. 220 e 221.

[34] Tafsir Kabir Fakhr Razi, vol. 27, pp. 165-167.

[35] Cfr.: Javadi Amoli Abdollah, Tafsir-e Mozu'i-e Qor'an-e Karim, vol. 8, pag. 341.

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