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Data aggiornamento: 2010/07/18
Codice sito fa283 Codice archivio 8873
Argomento Teologia moderna
Domanda concisa
Noi conosciamo molti individui al mondo che non sono musulmani o non sono sciiti, eppure sono persone probe e giuste...
Domanda
Noi conosciamo molti individui al mondo che non sono musulmani o non sono sciiti, eppure sono persone probe e giuste. Molte invenzioni appartengono agli scienziati non musulmani. È giusto pensare che costoro, non essendo musulmani, meritino l’Inferno e la punizione divina?
Risposta concisa

Coloro che non prestano fede alla religione islamica si dividono in due gruppi:

1.     Coloro che vengono definiti ignari colpevoli (jahil muqassir) e miscredenti. Cioè hanno conosciuto l’Islam e hanno compreso che è la vera religione, però a causa della loro ostinazione e arroganza, non lo accettano. Essi meritano di essere puniti e di rimanere per sempre all’Inferno.

2.     Coloro che vengono definiti ignari innocenti (jahil qasir), ovvero non hanno ricevuto il messaggio dell’Islam o gli è stato esposto in modo incompleto o irreale; essi considerano l’Islam al livello delle religioni induiste o cinesi o al massimo pari all’ebraismo o al cristianesimo. Costoro, poiché praticano la propria religione con sincerità, saranno salvati.

Risposta dettagliata

L’Islam è la religione vera, approvata dal sano intelletto, semplice e facilmente accessibile attraverso due prove (hujjat), una esteriore e una interiore, che sono state donate all’essere umano[1]: i Profeti e i devoti di Dio (a), e l’intelletto.

L’Islam è completamente in contrasto con il pluralismo religioso, poiché quest’ultimo si basa sul concetto che tutti i credi siano pari gli uni agli altri, quindi i musulmani, gli indù, i cristiani, gli ebrei, ecc., sono tutti allo stesso livello e non c’è motivo di considerare nulli i loro credi. Infatti, secondo questa teoria, la verità non è accessibile, e la religione è una questione relativa e una scelta personale. Non solo la verità della religione non è accessibile e ognuno può interpretarla a proprio piacere, ma esistono più religioni vere e numerose, e giuste vie, per raggiungere la salvezza e la beatitudine.

Questa teoria è in assoluto contrasto con l’Islam, che è un insieme di principi di fede, norme pratiche ed etiche.[2] Nonostante ciò l’Islam ha trattato un certo tipo di pluralismo, che è però pratico, cioè l’indulgenza verso chi è lontano dalla verità dell’Islam. In altre parole coloro che non prestano fede alla religione islamica si dividono in due gruppi:

1.     Coloro che vengono definiti ignari colpevoli (jahil muqassir) e miscredenti. Cioè hanno conosciuto l’Islam e hanno compreso che è la vera religione, però a causa della loro ostinazione e arroganza, non lo accettano. Essi sono miscredenti ostinati e perciò meritano la punizione dell’Inferno; pur avendo compreso che l’Islam è la vera religione, essi vi si oppongono, abusando intenzionalmente della loro libertà di scelta e sapendo cosa stanno facendo. Tali individui, che avrebbero potuto salvarsi, anche se esteriormente si comportano bene, tuttavia hanno occultato la verità e, dimostrando ostinazione e dispetto, hanno chiuso a se stessi la via della salvezza e si sono scelti il loro posto.

2.     Coloro che vengono definiti ignari innocenti (jahil qasir), ovvero non hanno ricevuto il messaggio dell’Islam o gli è stato esposto in modo incompleto o irreale; essi considerano l’Islam al livello delle religioni induiste o cinesi o al massimo pari all’ebraismo o al cristianesimo.

È ovvio che costoro, sia che vivano in zone sperdute, sia che abitino in Europa, in America o nel fulcro della civiltà, non essendo colpevoli della propria mancanza di fede, non subiranno la punizione dell’Inferno. Infatti, la punizione è per coloro che sono responsabili dei propri peccati, invece, gli individui che non hanno ricevuto il messaggio dell’Islam e la sua veridicità, o gli è stato esposto in modo irreale, non sanno che esso è la vera religione e non sono colpevoli della loro mancata fede da essere considerati peccatori.

Purtroppo la propaganda anti-islamica è talmente vasta da non permettere a molte persone la libertà di pensiero e la ricerca della verità riguardo all’Islam, esse non sono quindi in grado di distinguere il vero dal falso. La verità è che l’uomo moderno, nonostante il suo progresso, è regredito spiritualmente: ciò è dovuto alla dittatura mondiale e ai suoi mezzi di comunicazione propagandistici e artistici che si sforzano di alterare la verità.

Perciò molta gente, persino nel fulcro della civiltà, non è al corrente dell’Islam e della scuola salvifica dell’Ahl al-Bayt (A) o, peggio ancora, le sono state fornite notizie errate e irreali riguardo alla religione islamica, tale che la religione della misericordia, della bontà e della giustizia, viene presentata come la religione della violenza, oppressione e ingiustizia.

Tali individui se sono sinceri nel mettere in pratica la loro religione – secondo ciò che è basato sulla natura innata dell’essere umano -, per esempio evitando di mentire e compiere azioni contro l’umanità, saranno salvati e potranno sperare nella misericordia divina.

Questo discorso vale anche per i sapienti monoteisti e credenti in Dio cui l’Islam non è stato esposto correttamente e per i fratelli sunniti cui non è stata chiarita la verità dello sciismo.

In modo riassuntivo, chiunque non gli sia giunta la verità e non ne abbia colpa, non merita l’Inferno, poiché esso è il luogo dei peccatori, e non di coloro che non conoscono la Verità.[3]


[1] Usul al-Kafi, vol. 1, pag. 25, hadìth 22 della sezione “Intelletto e ignoranza”.

[2] Per approfondire il pluralismo religioso, cfr. periodico stagionale Ketab-e naqd, n. 4, autunno 1997, dedicato al pluralismo religioso, in particolare l’intervista a Legenhausen, intitolata “Mafhum-e nobovvat ra kharab nakonim” e l’articolo “Javadi Amoli va peluralism-e dini”; Nasri, Abdollah, Yaqin-e gomshade, Entesharat-e Sourush, intervista a Hodi Sadeqi, pp. 319-427.

[3] Motahhari Shahid Morteza, 'Adl Elahi, Entesharat-e eslami, Teheran, 8a parte, pp. 319-427 e il libro che ne discute; l’articolo “Kafer-e mosalman wa mosalman-e kafer” di Mohammad Hasan Qaramaleki.  

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