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Data aggiornamento: 2011/08/13
Domanda concisa
Qual è il dovere di un cittadino musulmano per quanto concerne la protezione e l’igiene dell’ambiente?
Domanda
Considerando il progresso delle società cittadine e lo sviluppo delle città, qual è il dovere di un cittadino per quanto concerne la protezione e l’igiene dell’ambiente? Le fonti religiose che norme stabiliscono al riguardo?
Risposta concisa

La scuola di pensiero vitale dell’Islam forma una religione completa e perfetta. È ovvio allora che in essa sia trattato tutto ciò di cui necessita l’essere umano e siano state stabilite leggi riguardanti tutte le questioni che concernono la vita personale e sociale dell’individuo.

Una delle questioni a cui l’Islam ha sempre prestato attenzione, è la vita sociale e l’ambiente dell’essere umano. Poiché l’acqua e l’atmosfera sono fattori importanti e vitali, e l’essere umano necessita di acqua e aria pure e sane, secondo le norme islamiche è proibito inquinarle e ciò costituisce un grande peccato. Inoltre esso è considerato ingratitudine rispetto ai beni divini ed è un peccato imperdonabile.

La necessità di salvaguardare l’igiene dell’ambiente è una delle questioni serie e fondamentali delle società umane contemporanee. Questo tipo di questioni e tutte quelle della cui importanza le società moderne e industrializzate si sono rese conto, sono temi che la religione islamica e le nostre guide religiose hanno menzionato 1400 anni fa, imponendo ai propri seguaci di rispettare le norme in merito e di mettere in pratica le leggi sociali e personali, e altresì mostrando delle soluzioni per la salvaguardia e l’igiene dell’ambiente, per esempio:

1.     È proibito consumare (mangiare, respirare e bere) qualsiasi cosa possa essere dannosa per l’essere umano, salvo che non vi sia altra scelta.

2.     Non tenere l’immondizia in casa la notte bensì portarla fuori di giorno.

3.     Non inquinare i corsi d’acqua (fiumi, torrenti, ecc.), le fonti d’acqua, la base degli alberi da frutto, le vie di passaggio, ecc.

4.     Se è il Giorno del Giudizio e avete un germoglio in mano, piantatelo se potete.

Centinaia di norme e consigli etici, come quelli appena citati, hanno fatto sì che un cittadino musulmano consideri la tutela e l’igiene dell’ambiente uno dei suoi doveri principali.

Risposta dettagliata

È utile fare un’introduzione prima di trattare l’argomento principale:

  1. La religione islamica stabilisce delle leggi e norme per qualsiasi aspetto della vita umana, dalla più complicata questione politica al più insignificante problema personale, come le norme che riguardano l’andare al bagno. Pertanto l’Islam è considerata una religione completa e perfetta e la vita sociale e l’ambiente[1] sono due temi cui l’Islam ha sempre prestato attenzione.

Per completezza dell’Islam s’intende che, una volta dedotti gli elementi globali dell’Islam, si possono ricavare la filosofia, la scuola di pensiero e il sistema islamico, e quindi progettare delle soluzioni[2].

  1. Secondo il punto di vista islamico la creazione dell’essere umano non è vana e futile[3], e le norme sociali islamiche si fondano sullo scopo e la filosofia della creazione. Queste norme talvolta sono solo delle esortazioni, inviti o ammonimenti, più che altro etici, che prevedono una punizione ultraterrena; per altre invece, nel caso non vengano rispettate, è prevista anche una punizione terrena.

  2. Esistono dei principi generali nell’Islam da cui si possono desumere i doveri di un cittadino musulmano, per esempio:

a.     Da vari punti di vista nell’Islam è proibito danneggiare ciò è che necessario alla continuazione del genere umano, sia perché rappresenta un’oppressione nei confronti della razza umana, sia perché costituisce un’ingratitudine, ecc[4].

b.    Nell’ottica islamica, un’azione che conduce al benessere della gente e protegge la loro salute, è un servigio reso per soddisfare Iddio, adorarLo e servirLo, e lo scopo della creazione non è altro che l’adorazione[5].

Poiché la salvaguardia dell’ambiente, l’igiene del luogo in cui si vive e impedirne l’inquinamento sono sforzi volti a salvare l’umanità dall’annientamento e a favorirne il benessere, essi hanno la priorità, a volte obbligatoria e talvolta meritoria.

Ma nell’Islam non sono citati solo questi principi generali, si sottolineano pure alcuni casi specifici, per esempio:

  1. Inquinamento dell’atmosfera

Si dice che se l’atmosfera non circondasse la Terra, appena si fa notte in una sua zona, la temperatura scenderebbe precipitosamente fino a -160° C, e un freddo insopportabile ucciderebbe tutte le creature. L’atmosfera impedisce alla Terra di rilasciare in breve tempo il calore assorbito dal sole[6].

Inoltre l’essere umano, per continuare a vivere ha bisogno di ossigeno, che ottiene respirando aria pulita, perciò l’usufruire di aria sana e pulita è uno dei bisogni primari dell’essere umano.

D’altra parte, a causa del progresso tecnologico e la meccanizzazione della vita, e l’esigenza di nuovi servizi cittadini per soddisfare le crescenti necessità della popolazione, l’inquinamento dell’aria sta aumentando, si assiste quindi alla diminuzione degli spazi verdi nelle città e all’inquinamento dell’ambiente.

Poiché la sopravvivenza del genere umano e delle società umane dipende dall’igiene e dalla salute delle società, l’Islam proibendo le impurità e permettendo le cose pure[7], consente di raggiungere questa meta.

Chiesero all’imam Sadiq (A) in merito al respirare aria inquinata e il vivere in un tale ambiente, egli espresse un principio generale che può sciogliere molti nodi: “È proibito consumare (mangiare, respirare e bere) qualsiasi cosa che possa essere dannosa per l’essere umano, salvo che non vi sia altra scelta”[8].

  1. Raccolta dei rifiuti

La questione dell’igiene ambientale è uno dei temi seri e fondamentali delle società umane contemporanee. Se l’obbligo di salvaguardare l’ambiente umano non è rispettato e non viene considerato serio da tutti i cittadini, tale che alcuni inquinano l’ambiente in cui vivono e non raccolgono i rifiuti secondo le norme igieniche, ciò inquinerà l’ambiente e metterà in pericolo la salute della gente.

L’immondizia è il luogo in cui si formano microbi, crescono insetti e si diffondono malattie, è per questo che il Profeta (S) disse: “Non tenete l’immondizia in casa la notte ma portatela fuori di giorno, poiché l’immondizia è la dimora di Satana”[9].

Egli inoltre disse: “Non accumulate la polvere (sporcizia) dietro la porta (cortile), altrimenti diventa la tana di Satana”[10]; è ovvio che per “tana di Satana” s’intende un luogo in cui si raccolgono gli insetti parassiti e in cui si diffondono impurità e malattie.

Nello stile di vita del Profeta (S) e degli Imam (A) si può notare quanto insistessero sulla pulizia e l’igiene, e invitassero i loro seguaci a praticarle.

Il Profeta (S) disse: “Iddio è puro, ama la persona pura, è pulito e ama la pulizia”[11].

La necessità di non contaminarsi con le feci umane, considerarle impure e l’obbligo di purificare ciò che si è sporcato attraverso esse, è uno dei servigi scientifici dell’Islam all’umanità, grazie a cui l’ambiente si purifica dalle impurità. Oggigiorno le feci sono considerate la fonte principale della maggior parte delle malattie infettive conosciute, come il colera[12]. È per questo che l’imam Alì (A) disse: “Il Profeta (S) ha vietato di defecare vicino a un corso d’acqua, una sorgente d’acqua e un albero da frutto”[13].

Inoltre in un altro hadìth è riportato che il Messaggero di Dio proibì di urinare sotto un albero da frutto, in una via di passaggio oppure in acqua stagnante[14].

Attualmente con il progresso tecnologico e cittadino, e la nascita di società consumistiche, ogni giorno vengono prodotte migliaia di tonnellate di immondizia, la cui raccolta e smaltimento igienico rappresenta una delle questioni sanitarie a cui bisogna prestare particolare attenzione.

Nella scuola di pensiero vitale dell’Islam e in tutte le religioni divine, la vita umana ha valore e dev’essere protetta. Pertanto il sacro Corano raccomanda ai musulmani di non essere fonte del proprio annientamento con le proprie azioni: “... non gettatevi con le proprie mani nella perdizione”[15].

Il grande esegeta del Corano, l’allamah Tabatabai, disse: “Questo versetto ha un significato assoluto, perciò la sua proibizione è proibizione di qualsiasi comportamento esagerato, sia in un senso che nell’altro”[16].

Di conseguenza nella sacra sharia dell’Islam all’essere umano non è permesso, con le sue azioni e comportamenti, inquinare il proprio ambiente e quello degli altri, essere indifferente verso le più fondamentali norme igieniche e con la sua noncuranza privare l’ambiente sociale di una vita sana.

Inoltre secondo il principio in base a cui il Profeta (S) disse: “È vietato nell’Islam recare danno a se stessi e agli altri”[17], l’essere umano non può utilizzare le proprie risorse in modo da infastidire e arrecare danno agli altri.

  1. Spazio verde

Il clima delle città, influenzato dai fattori di concentrazione delle attività nelle città, è cambiato talmente che gli studi climatici sulle città sono compiuti separatamente da quelli sulla zona climatica della stessa; fattori che, con la diminuzione degli spazi verdi, hanno influenzato l’ecologia della città, in particolare per quanto riguarda l’aria, la terra e le risorse d’acqua sotterranee, cioè hanno completamente cambiato gli elementi climatici.

Anche se nelle fonti primarie della nostra religione non è trattato l’argomento dello spazio verde come lo s’intende oggigiorno, è presente in temi più generali come piantare gli alberi, invitare a piantarli e proibire di tagliarli, segno dell’attenzione che l’Islam presta a questo argomento.

Il nobile Profeta (S) al riguardo disse: “Se è il Giorno del Giudizio e avete un germoglio in mano, piantatelo se potete”[18].

Egli inoltre, proibendo e rimproverando coloro che tagliano gli alberi, rovinano le risorse naturali e ambientali, disse: “Chiunque tagli un cedro, entrerà nell’Inferno a testa in giù”[19].

Con la legge per la tutela delle risorse naturali e delle foreste, nessuno, nemmeno gli istituti statali o privati, ha il diritto di distruggere le risorse nazionali e la legge obbliga il Ministero dell’Agricoltura a proteggere le risorse e le ricchezze nazionali[20].

Anche nella giurisprudenza islamica esistono norme che vietano di abusare dei beni comuni e statali, esse si basano sulla Legge divina e il sacro Corano: “Ti interrogheranno a proposito dell’anfal[21]. Di': «L’anfal appartiene ad Allah e al Suo Messaggero». Perciò temete Allah …”[22].

Perciò si può affermare che non è permesso distruggere tutto ciò che fa parte delle risorse terrene.

Inoltre, nel mondo in cui viviamo vi sono molti fattori vitali che insieme permettono all’essere umano di vivere, e la perdita di uno di essi potrebbe creare innumerevoli e seri problemi. Iddio ha creato le benedizioni terrene, compreso il cibo, le bevande e tutto ciò che permette una vita di benessere e tranquillità, per l’essere umano e, secondo gli insegnamenti coranici, non è stato proibito all’essere umano di godere della propria vita e di usufruire di questi beni, gli è stato invece vietato danneggiarli, abusarne o distruggerli: “O Figli di Adamo […] Mangiate e bevete, ma senza eccessi, ché Allah non ama chi eccede”[23].

Conclusioni:

Per garantire la salute e l’igiene della società e dell’ambiente, considerando l’aumento dell’inquinamento e gli effetti che esso ha sul normale funzionamento del corpo, è necessario che tutti i cittadini – compresi gli amministratori, i responsabili dell’ordine esecutivo, e la gente comune, nella loro vita personale e sociale – rispettino le leggi e le norme in merito. Infatti l’essere umano non è indipendente dalla gente e dalla società in cui vive e il suo rispettare o no le norme igieniche influisce sulla salute degli altri. Tutti devono rispettare le norme generali d’igiene; è l’insieme di queste che garantisce l’igiene sociale e previene la distruzione dell’ambiente.



[1] Per ambiente, s’intende l’ambiente che ci circonda, in particolare i fattori che influenzano la vita delle persone.

[2] Per approfondire cfr.: Mahdi Hadavi Tehrani, Maktab va Nezam-e Eqtesadi-e Eslam, pp. 19-51.

[3]

«افحسبتم انما خلقناکم عبثاً و انکم الینا لا ترجعون»

 “Pensavate che vi avessimo creati per celia e che non sareste stati ricondotti a Noi?”, sacro Corano 23:115.

[4] L'usufruire dei beni divini che Iddio ha creato per i Suoi servi è di primaria importanza per la salute, il benessere e la tranquillità dell’individuo. L’essere umano ha, nei confronti di Dio per i Suoi doni, come minimo il dovere di utilizzarli correttamente per il perfezionamento fisico e spirituale, suo e degli altri. Se l’essere umano inquina l’aria, o l’acqua pura e limpida («و انزلنا من السماء ماءً طهوراً» “e facciamo scendere dal cielo un’acqua pura”, sacro Corano 25:48), che scende dal cielo, scorre sulla terra ed è la fonte della vita dell’essere umano, e a causa dell’inquinamento umano essa si trasforma in un liquido pericoloso e nocivo, ciò costituisce un utilizzo scorretto dei beni divini ed ingratitudine verso Iddio.

[5] «و ما خلقت الجن و الانس الا لیعبدون»

“È solo perché Mi adorassero che ho creato i jinn e gli uomini”, sacro Corano 51:56

[6] Yadollah Niazmand, E'jaz-e Qur'an az Nazar-e 'Olum-e Emruzi, pag. 131.

[7]

«و یحل لهم الطیبات و یحرم علیهم الخبائث...»

“… dichiara loro lecite le cose buone e vieta loro quelle cattive …”, sacro Corano 7:157.

[8] Tuhaf al-'Uqul, pag. 337.

[9]

«لاتبیتوا القمامة فی بیوتکم فاخرجوها نهاراً، فانها مقعد الشیطان»

Mohammad Mohammadi Reyshahri, Mizan al-Hikmah, vol. 13, hadìth 6340.

[10]

«لاتؤوا التراب خلف الباب، فانه مأوی الشیطان»

Ibidem.

[11]

«ان الله طیب، یحب الطیب، نظیف، یحب النظافة»

Ibidem.

[12] Mohammad Alì Nilforushan, Jalil Zarrabi, Mohammad Baqer Mirfattahi, Behdasht, pag. 20.

[13] Mohammad Baqer Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 77 pag. 170.

[14] Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 1, pag. 228; Mohammad Baqer Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 77 pag. 169.

[15]

«ولاتلقوا بایدیکم الی التهلکة»

Sacro Corano 2:195.

[16] Mohammad Hosseyn Tabatabai, al-Mizan, vol. 2, pp. 93 e 180.

[17]

«لاضرر و لاضرار فی الاسلام»

Shaykh al-Saduq, Man La Yahdhuruh al-Faqih, vol. 4, pag. 334.

[18] Nahj al-Fasahah, pag. 113.

[19] Kanz al-'Ummal, vol. 3, pag. 894. Riguardo a questo hadìth, i ricercatori sostengono che si faccia riferimento al cedro che era stato piantato a Karbalà per riconoscere il luogo di sepoltura dell’imam Husayn (A). In ogni caso dagli hadìth presenti nelle fonti religiose si può dedurre la proibizione di tagliare gli alberi in generale.

[20] Mansur Jahanghir, Majmu'e-ye qavanin va moqarrarat-e hoquqi, pp. 921-924 (riguardo alla legislazione iraniana, N.d.T.).

[21] Secondo la giurisprudenza sciita l’anfal sono:

1.     I beni presi senza combattere a un miscredente che è in guerra con l’Islam.

2.     Le terre incolte.

3.     I villaggi che non hanno padrone.

4.     Le montagne, le valli e le foreste.

5.     I beni trasportabili - come abiti, armi, ecc. - e non - come terre, edifici, ecc. - appartenenti a un governatore miscredente vinto dai musulmani.

6.     Il bottino delle guerre intraprese senza il permesso dell’Imam (A).

7.     L’eredità di chi non ha erede.

8.     Le miniere.

9.     I deserti incoltivabili e i mari.

10.  Anche il khums appartiene all’Imam (A) e fa parte dell’anfal.

[22]

«یسئلونک عن الانفال، قل الانفال لله و الرسول فاتقوا الله... »

Sacro Corano 8:1.

[23]

«یا بنی آدم... کلوا واشربوا ولاتسرفوا انه لایحب المسرفین»

Sacro Corano 7:31.

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