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Data aggiornamento: 2011/05/22
Domanda concisa
Io, fino ad ora, non ho avuto alcun pretendente e ho capito che la propria vita è predestinata e non c’è libertà di scelta. Che cosa posso fare per liberarmi dalla noia, dall’irreligiosità e dagli sguardi di commiserazione e di rimprovero degli altri?
Domanda
Tra due mesi compirò trentun anni e non ho ancora avuto alcun pretendente: per questo motivo sono molto irritata e disgustata, e, ad essere sincera, ho perso la fede. Ho capito che la vita è predestinata e che non si è liberi, poiché non ho avuto la possibilità di vivere come volevo. Sono stanca della vita, e a volte la solitudine e il bisogno di compagnia sono talmente insopportabili, che se ne avessi avuto il coraggio mi sarei già suicidata più volte. Nella nostra zona è consuetudine sposarsi presto, e quindi, le persone che mi stanno vicino, mi rimproverano e mi umiliano; quanto vorrei avere il controllo della mia morte! Considerando la solitudine assoluta causata dalla perdita dei genitori, che le mie sorelle sposate non riescono a comprendere, ho una vita affettiva molto difficile. Che cosa posso fare per liberarmi dalla noia, dall’irreligiosità e dai loro sguardi di commiserazione e di rimprovero? Pensano che abbia dei gusti difficili, non sanno invece che non si è mai presentata un’occasione.
Risposta concisa

Per ottenere una risposta chiara ci sembra necessario considerare alcuni punti:

1.     Prima di tutto dobbiamo chiarire l’obiettivo della creazione dell’essere umano, senza il quale, la nostra vita sarebbe inutile.

2.     Nella storia dell’essere umano vi sono stati nobili personaggi che hanno raggiunto i più alti gradi di perfezione e umanità, nonostante non si fossero sposati; ne citeremo alcuni nella risposta dettagliata.

3.     Il mondo è basato sul principio di causalità; se per esempio un tale lancia un sasso e questo colpisce la fronte di un altro, naturalmente la fronte di quest’ultimo si ferirà e non si potrà incolpare la natura, il destino, ecc. In realtà questa è una tradizione divina e una legge della natura, tutti sono liberi di agire e dovranno rispondere delle proprie azioni.

In molti casi la società, la famiglia, la scuola, i genitori, ecc., a causa di alcune tradizioni errate o scarso impegno, che nulla hanno a che fare con la religione, ostacolano o deviano la crescita dei bambini; tali tradizioni non devono pertanto essere associate alla religione.

Secondo noi le ragazze, rispettando la propria dignità, devono partecipare agli incontri e alla preghiera del venerdì, o addirittura truccarsi leggermente e indossare vestiti eleganti nelle riunioni femminili; in questo modo una giovane si presenta alle altre donne e ragazze, che potrebbero ritenerla adatta per qualcuno dei propri famigliari, si creerebbe così per lei l’opportunità che un ragazzo chieda la sua mano.

In merito agli sguardi di commiserazione e di rimprovero, se con la sottomissione e l’obbedienza riuscissimo ad attirare l’attenzione di Dio e diventare Suoi servi probi, affidandoci a Lui, gli sguardi altrui non avrebbero più alcuna importanza per noi.

Risposta dettagliata

Considerando che non abbiamo informazioni riguardo a lei, la sua famiglia e l’ambiente in cui vive, ci limiteremo a riportare i concetti salienti ricavati dagli insegnamenti islamici.

Per ottenere una risposta solida e chiara pensiamo sia necessario considerare alcuni punti.

1.     Prima di tutto dobbiamo chiarire l’obiettivo della creazione dell’essere umano, senza il quale, la nostra vita sarebbe inutile.

Non c’è dubbio che il matrimonio svolge un ruolo chiave nella vita umana, però dobbiamo accettare che non è nemmeno l’unico obiettivo della creazione; cioè non è vero che se qualcuno non si sposa, perde la beatitudine terrena e dell’Aldilà. Al contrario, è possibile che qualcuno non si sposi e nondimeno raggiunga delle perfezioni. Quindi ciò che lei asserisce non corrisponde ai nostri insegnamenti religiosi. Il credente dev’essere sempre felice e soddisfatto.

2.     Nella storia dell’umanità ci sono stati alcuni esempi di nobili persone che sono riuscite a raggiungere alti gradi di perfezione e di umanità, nonostante non si fossero sposate; di seguito ne citiamo alcune:

a.     Il nobile Gesù (A) - Benché fosse un profeta portatore di una religione, rimase celibe.

b.     La nobile Maria (A) – Il Corano riguardo a lei racconta: “Ella disse: «Come potrei avere un bambino se mai un uomo mi ha toccata?». Disse: «E' cosi che Allah crea ciò che vuole: quando decide una cosa dice solo ‘Sii’ ed essa subito è»”[1].

Eppure, vediamo che Maria (A), una donna che non ebbe mai contatti con alcun uomo, raggiunse un rango che molti uomini non hanno la possibilità di ottenere.

Il Corano dice: “L'affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse: «O Maria, da dove proviene questo?». Disse: «Da parte di Allah». In verità Allah dà a chi vuole senza contare”[2].

c.     Il nobile Yahya (Giovanni) (A) – Il defunto Qutb Ravandi nel libro Al-Khara'ij wa al-Jara'ih dice: “Durante l’infanzia il nobile Yahya figlio di Zaccaria ricevette l’Ordine. Egli piangeva in continuazione senza aver commesso alcun peccato, digiunava sempre e non si sposò mai”[3].

d.     La nobile Ma'suma (A) – Lei non si sposò, e neppure le sue sorelle, figlie dell’imam Musa ibn Ja'far (A). Qualunque sia il motivo che portò la nobile Ma'suma a non sposarsi (la pressione dei califfi Abbasidi, la prigionia dell’’imam Musa ibn Ja'far (A) e il suo martirio, ecc.), il punto è che mai è stato narrato che quella nobile donna si fosse lamentata di Dio, della vita o di altro per questo motivo.

e.     Anche nella nostra epoca sono esistite credenti che sebbene non si siano sposate, hanno raggiunto un alto grado di conoscenza e perfezione, hanno servito la gente in campo sociale, culturale e politico, ad esempio la martire Amina Sadr (Bint al-Huda), sorella del martire Muhammad Baqir Sadr, che quando fu martirizzata aveva circa quarantacinque anni ed era nubile.

È da precisare che non vogliamo dire che il celibato o il nubilato sia una virtù, giacché il matrimonio è una legge innata e naturale, e da esso dipende la continuità della specie umana; piuttosto sottolineiamo che quand’anche uno non dovesse sposarsi, non viene privato della beatitudine, ma pure per lui è possibile, percorrendo il cammino della perfezione, raggiungere la beatitudine di questo mondo e dell’Aldilà.

3.     Il mondo è fondato sul principio di causalità – Se qualcuno per esempio lancia un sasso e colpisce la fronte di un altro, naturalmente resterà ferito; in questo caso non si potrà incolpare la natura, il mondo, ecc., poiché questa è una tradizione divina ed è la legge della natura.

In moltissimi casi la società, la famiglia, la scuola, i genitori, ecc., a causa di tradizioni errate che non hanno alcun legame con la religione, deviano o creano problemi ai giovani, oppure ostacolano la loro crescita.

In queste evenienze non bisogna accusare la religione; di seguito riportiamo alcuni esempi:

a.     Se a causa di un atteggiamento iperprotettivo, i genitori non mandano a scuola la propria figlia determinando così la sua ignoranza scientifica rispetto alla società e agli amici, ne è forse responsabile la religione?

b.     Se un giovane ha la passione per le discipline ingegneristiche, però i genitori lo costringono a scegliere medicina solamente perché un cugino o una cugina è stato accettato in tale indirizzo, causando così il suo insuccesso in una materia che non amava, chi è il responsabile di questo fallimento?

c.     Se un giovane nell’ambiente extradomestico, nel proprio quartiere o a scuola, frequentando cattive amicizie o persone, diventa tossicodipendente, vi è stato costretto ed è colpa di Dio?

Pertanto in molte questioni dobbiamo separare le responsabilità di Dio da quelle del Creato, e non è vero che in questo mondo si è costretti e che nessuno risponderà delle proprie azioni.

4.     L’Islam è una religione equa che ordina ai suoi seguaci di non esagerare in alcun senso. Riguardo alle fanciulle quindi, da un lato bisogna difenderle dagli altri, e dall’altro non bisogna essere troppo gelosi e protettivi e vietare qualsiasi contatto con gli altri, anche con chi è mahram o le altre donne. Per esempio che problema c’è se una ragazza, rispettando l’hijab e la propria dignità, partecipa a delle cerimonie, riunioni o alla preghiera del venerdì indossando dei vestiti appropriati? Oppure si presenta truccata leggermente a degli incontri femminili? In questo modo si presenta alle altre donne e ragazze, e potrebbe crearsi l’opportunità affinché un ragazzo chieda la sua mano.

Considerando ciò che è stato detto, se una ragazza si isola o indossa abiti inadatti ecc. (per volere proprio o degli altri), impedendo così che qualcuno s’interessi a lei, significa forse che nella vita vi è costrizione?

5.     In merito agli sguardi di commiserazione e di rimprovero degli altri, se con la sottomissione e l’obbedienza riuscissimo ad attirare l’attenzione di Dio e diventare Suoi servi probi, affidandoci a Lui, gli sguardi altrui non avrebbero più alcuna importanza per noi.[4]

Lei non deve avvilirsi poiché questo non è positivo[5], bensì cerchi sempre di sperare nella misericordia e grazia divina, inoltre vi sono delle suppliche per progredire in queste questioni e se Dio vuole, recitandole, raggiungerà i suoi obiettivi.



[1] Sacro Corano, 3:47.

[2] Sacro Corano, 3:37.

[3] Qutb al-Din Ravandi, Al-Khara'ij wa al-Jara'ih, vol. 2, pag. 920, Mu’assese-ye emam Mahdi (aj) Qom, 1409 AH.

[4]Allah basta a chi confida in Lui. In verità Allah realizza i Suoi intenti. Allah ha stabilito una misura per ogni cosa” (Sacro Corano, 65:3.)

[5]E non disperate del soccorso di Allah, ché solo i miscredenti disperano del soccorso di Allah” (Sacro Corano, 12:87)

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