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La sapienza è il contrario d’ignoranza (jahl) e colui che possiede la sapienza viene definito sapiente ('alim). L’eccellenza invece indica la superiorità in un ambito ed è il contrario di difetto: colui che sovrasta sugli altri per un pregio viene definito eccellente (fadhil). Si può pertanto affemare che ogni sapienza è un’eccellenza ma ogni eccellenza non è una sapienza. In termini tecnici tra di essi vi è un rapporto d’inclusione completa e si può quindi dire che ogni sapiente è eccellente ma ogni eccellente non è un sapiente.
La sapienza è il contrario d’ignoranza[1] (jahl) e colui che possiede la sapienza viene definito sapiente ('alim). L’eccellenza (fadhl) invece indica la superiorità in un ambito[2] ed è il contrario di difetto[3]. Per la precisione la sapienza (‘ilm) è la comprensione della realtà di una cosa ed è di due tipi:
1. Comprensione dell’essenza di una cosa
2. Affermare l’esistenza di una cosa attraverso l’esistenza di un’altra che è presente nella prima, oppure negare una cosa che è lontana e assente in essa[4].
Negli hadìth è stato riportato che il sonno del sapiente (cioè chi conosce il proprio sé e il Creatore) è adorazione. Perciò chi possiede la suddetta caratteristica e giova della sapienza, viene definito sapiente.
Il termine fadhl (eccellenza) nei versetti del Corano è stato utilizzato con due accezioni:
1. Superiorità
2. Donazione, beneficenza e grazia
La prima (superiorità) può essere spirituale, per esempio:
"فَما کانَ لَکُمْ عَلَیْنا مِنْ فَضْلٍ "...
“Non avete nessun'eccellenza su di noi!”[5]
"وَ لَقَدْ آتَیْنا داوُدَ مِنَّا فَضْلًا".
“Già concedemmo a Davide un’eccellenza”[6]
Oppure può essere materiale, per esempio:
"وَ اللَّهُ فَضَّلَ بَعْضَکُمْ عَلى بَعْضٍ فِی الرِّزْقِ".
“Allah ha favorito alcuni di voi al di sopra di altri nelle risorse materiali”[7].
Riguardo alla seconda invece:
"وَ لکِنَّ اللَّهَ ذُو فَضْلٍ عَلَى الْعالَمِینَ".
“... ma Allah è pieno di grazia per le creature”[8].
Raghib Isfahani disse: “Ogni donazione che non è necessaria a chi la dona è definita fadhl; cioè la beneficenza, la grazia e la donazione che Iddio concede ai suoi servi non Gli sono necessarie, bensì sono dovute alla sua gentilezza e magnanimità. Perciò è chiamato fadhl, poiché è un qualcosa in più, infatti i servi non hanno nessun diritto presso Iddio”[9]. Quindi chi possiede una superiorità rispetto ad altri, viene definito fadhil (eccellente).
In un hadìth del Profeta dell’Islam (S) sono stati utilizzati entrambi i termini:
"قال رسول الله: یَا عَلِیُّ نَوْمُ الْعَالِمِ أَفْضَلُ مِنْ عِبَادَةِ الْعَابِدِ یَا عَلِیُّ رَکْعَتَیْنِ یُصَلِّیهِمَا الْعَالِمُ أَفْضَلُ مِنْ أَلْفِ رَکْعَةٍ یُصَلِّیهَا الْعَابِد".
L’Inviato di Allah (S) disse: “O Alì, il sonno del sapiente (‘alim) è migliore (afdhal) dell’adorazione dell’adoratore; o Alì, due raka’h di preghiera recitate dal sapiente sono migliori di mille raka’h eseguite dall’adoratore”[10].
Conclusione: Secondo ciò che è stato detto possiamo affermare che ogni sapienza è un’eccellenza ma ogni eccellenza non è per forza una sapienza. In termini tecnici tra di essi vi è un rapporto d’inclusione completa e si può quindi dire che ogni sapiente è eccellente ma ogni eccellente non è un sapiente. Naturalmente non bisogna dimenticare che attualmente, nella maggior parte dei casi, il termine fadhil (eccellente) viene utilizzato esclusivamente per coloro che eccellono nella sapienza.
[1] Khalil ibn Ahmad Farahidi, Al-'Ayn, vol. 2, pag. 152, Entesharat-e Hejrat, seconda ristampa, Qom, 1410 AH.
[2] Hasan Mustafawi, Al-Tahqiq, vol. 9, pag. 105, Bongah-e tarjome va nashr-e ketab, Tehran, 1981.
[3] Muhammad ibn Mukarram ibn Manzur, Lisan al-'arab, vol. 111, pag. 524, Dar Sadir, terza ristampa, Beirut, 1414 AH.
[4] Husayn ibn Muhammad Raghib Isfahani, Al-Mufradat, ricercatore Safwan Adnan Dawudi, pag. 580, Dar al-'ilm al-Dar al-Shamiyyah, prima stampa, Damasco, Beirut, 1412 AH.
[5] Sacro Corano, 7:39.
[6] Sacro Corano, 34:10.
[7] Sacro Corano, 16:71.
[8] Sacro Corano 2:251.
[9] Seyyed Alì Akbar Qurashi, Qamus, vol. 5, pp. 183-185, Dar al-kutub al-islamiyyah, sesta ristampa, Teheran, 1992.
[10] Shaykh Saduq, Man la Yahdhuruh al-Faqih, vol. 4, pag. 367, Entesharat-e Jame'e-ye Modarresin, Qom, 1413 AH.