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La questione della wilayat al-faqih col significato di governo della società islamica da parte di chi ha raggiunto il grado di ijtihad nella giurisprudenza islamica, dal punto di vista di alcuni, è una faccenda recente nella storia del pensiero islamico risalente a meno di due secoli fa. In verità, nella cultura sciita, il fatto che Iddio ha predisposto che la responsabilità dell’amministrazione della società appartenga ai giurisperiti islamici equi durante l’occultazione maggiore, è lapalissiano e indubitabile.
Lo shaykh al-Mufid, uno dei grandi giurisperiti islamici della storia sciita, nel quarto e quinto secolo AH, espose degli argomenti riguardo alla wilayat al-faqih. Dai suoi preziosi discorsi in questo campo sono passati più di mille anni.
La questione della wilayat al-faqih col significato di governo della società islamica da parte di chi ha raggiunto il grado di ijtihad nella giurisprudenza islamica, dal punto di vista di alcuni, è una faccenda recente nella storia del pensiero islamico risalente a meno di due secoli fa. Costoro affermano che nessuno dei giurisperiti sciiti o sunniti ha approfondito questo argomento, ovvero il fatto che il giurista islamico oltre al diritto di emettere fatwa e giudicare, in qualità di giurista ha anche il diritto di governare e guidare la nazione, o le nazioni islamiche, oppure anche tutte le nazioni del mondo; inoltre affermano che meno di due secoli fa per la prima volta il mullah Ahmad Naraqi, conosciuto come Fazel Kashani e vissuto nella stessa epoca di Fat’h-Alì Shah Qajar, ha ideato questa tesi. Nella continuazione di questa affermazione dichiarano che il mullah Naraqi espose questa questione per appoggiare lo scià dell’epoca![1]
Sicuramente se il mullah Naraqi avesse voluto sostenere lo scià, sarebbe stato meglio – similmente ad altri sapienti del passato – se avesse utilizzato hadìth come “Il sultano è l’ombra di Allah…”[2] e che le attribuisse allo scià, oltre a rendere religiosamente[3] obbligatoria l’obbedienza a lui; non dichiarando il giurisperito islamico in qualità di governatore poiché non vi è neanche la possibilità di applicare questa affermazione riguardo allo scià.
Se si dicesse che egli in principio ha dimostrato questo ruolo per il giurisperito islamico e in seguito lui stesso, in qualità di giurisperito islamico, ha confermato la supremazia dello scià dandogli il via libera dal punto di vista religioso; si potrebbe rispondere: “Che senso ha questa perifrasi e perché non ha presentato direttamente lo scià come ombra di Dio e non ha stabilito che l’obbedienza a lui era obbligatoria?”. E se si considera la possibilità che anche lui avesse sete di potere e si è inventato questa leggenda riguardante l’Islam per soddisfare la propria avidità, bisogna allora ricordare che la vita e il temperamento di questo retto giurisperito islamico, maestro d’etica e poeta gnostico, erano immuni da questo tipo di calunnie e analisi semplicistiche; al contrario queste considerazioni sono più adatte allo stato passato e presente di coloro che hanno elaborato queste ipotesi che di quel nobile.
Comunque se tralasciamo questa questione, più simile a una favola che a un’indagine scientifica, e diamo uno sguardo alla storia del pensiero islamico in questo campo, vedremo che nella cultura sciita, il fatto che durante l’occultazione l’amministrazione della società è stata assegnata da Iddio ai giurisperiti islamici equi, è una faccenda ovvia e indubbia. Quindi invece di discutere il principio di questo argomento si sono concentrati sull’analisi dei suoi risultati e dei suoi strumenti.
Lo shaykh al-Mufid (333 o 338 – 413 AH) fu uno dei grandi giurisperiti islamici della storia sciita del IV e V secolo. In tutti i discorsi di questo grande giurisperito del mondo islamico, sono esposti l’approvazione del principio della wilayat al-faqih e il fatto che i giurisperiti islamici sono i garanti, da parte degli Infallibili (pace su di Loro), dell’autorità nelle questioni della società islamica durante l’occultazione; queste parole risaltano ancora dopo più di mille anni, anche se alcuni non le vedono o non le vogliono vedere. [4]
Dopo lo shaykh al-Mufid, altri sapienti, in successione, hanno discusso la wilayat al-faqih e i limiti dei suoi poteri; tra questi: shaykh Abu al-Salah Halabi (m. 447 AH), Ibn Idris Hilli (m. 598 AH), Muhaqqiq Hilli (m. 676 AH), Muhaqqiq Karaki (m. 940 AH), Mawla Ahmad Muqaddas Ardabili (m. 990 AH), Javad ibn Mummamad Hussayni 'Amili (m. 1226 AH), Mullah Ahmad Naraqi (m. 1245 AH), Mir Fattah abd al-Fattah ibn Hussayni Maraghi (m. 1266 o 1274 AH), shaykh Muhammad Hasan Najafi, autore del libro “Javahir” (m. 1266 AH), shaykh Murtazha Ansari (m. 1382 AH), Hajjaqa Reza Hamedani (m. 1322 AH), Sayyid Muhammad Bahr al-'Ulum (m. 1326 AH), ayatollah Borujerdi (m. 1382 AH), ayatollah shaykh Morteza Ha'eri (1983), Imam Khomeini (1989).[5]
Fonti per l’approfondimento:
1. Mahdi Hadavi Tehrani, Velayat va diyanat, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 2a ed., 2001.
[1] Cfr. Mahdi Ha'eri Yazdi, Hekhmat va Hokumat, pag. 178.
[2] Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 72, pag. 354 (Kitab al-'Asharah, bab Ahwal al-Muluk wa al-Amara', hadith 69). Il nobile imam Khomeini (che Dio lo benedica) ha interpretato questa hadìth in modo che possa essere attribuita al wali al-faqih o a un imam infallibile.
[3] Bisogna prestare attenzione al fatto che hadìth come questa sono state interpretate in due modi:
a. Colui che possiede la supremazia è l’ombra di Dio e l’obbedienza a lui è necessaria. Secondo questa interpretazione le caratteristiche del governatore e il modo col quale ottiene il potere non incidono sulla necessità di obbedirgli. Senza dubbio in questo modo l’hadìth veniva interpretata a piacere da re e sultani e giustificava la situazione dell’epoca.
b. Colui che ottiene la supremazia, deve essere l’ombra di Dio, cioè l’instaurazione del suo governo e le caratteristiche del governatore devono essere tali che Iddio e la religione li accettino. Secondo questa interpretazione l’unica persona, alla quale bisogna obbedire necessariamente dal punto di vista religioso, è colui che possiede le caratteristiche di governatore accettate dall’Islam e ottiene il potere secondo il metodo islamico. La teoria della wilayat al-faqih presenta colui che possiede queste caratteristiche in qualità di giurista islamico avente tutte le condizioni.
[4] Indice: Wilayat al-Faqih e shaykh al-Mufid, domanda 255.
[5] Indice: Wilayat al-Faqih e i sapienti, domanda 256 e 257.